Nuova specie di tartaruga

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view post Posted on 2/3/2012, 14:36
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T.rex

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chelonia


Sono affascinati rettili anapsidi -senza finestre temporali nel cranio- che nel corso dell’evoluzione sono cambiati ben poco, molto probabilmente a causa del guscio che ne ha “incastrato su binari” lo sviluppo e la radiazione. Si dividono in due sottordini che curiosamente prendono il nome dal modo in cui le tartarughe ritraggono la testa all’interno del guscio: i criptodiri piegano il collo verticalmente con una caratteristica forma ad S, i pleurodiri invece la ritraggono piegando il collo orizzontalmente. Vi sono sia specie acquatiche come la famosa tartaruga comune (Caretta caretta - Linnaeus 1758) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea – Vandelli 1761) -la più grande specie marina conosciuta- che tartarughe terrestri, più correttamente testuggini, come le affascinanti e gigantesche specie delle Galapagos e delle Seychelles. Possiedono diverse caratteristiche peculiari che le rendono immediatamente riconoscibili tra i rettili e non solo; il guscio, suddiviso in carapace (parte superiore) e piastrone (parte inferiore), di varie forme e dimensioni è l’elemento più evidente, tuttavia anche altre componenti anatomiche presentano specializzazioni interessanti. Su tutte il fatto che le costole sono esterne alle cinture, una situazione unica tra i tetrapodi (immaginate di avere scapole e clavicole all’interno della cassa toracica).
Il limitato slancio evolutivo ha fatto si che molte specie preistoriche recuperate dai paleontologi nei depositi fossili evidenziassero elementi del tutto simili a quelli delle tartarughe moderne: tra esse vi è Polysternon isonae, una specie recentemente scoperta nell’abbondante sito Barranc de Torrebilles sui Pirenei, nel comune di Isona I Conca Dellà (Catalogna, Spagna).
Solitamente i ricercatori trovano singole piastre di carapace o piastrone -note come “scuti”-, tuttavia nel caso della Polysternon isonae, oltre a decine di piastre isolate, è stata recuperata una porzione laterale di guscio quasi completa che ha favorito immediatamente il riconoscimento della nuova specie. Gli antichi resti sono datati tra i 65 ed i 70 milioni di anni fa, risalenti al tardo Cretaceo, dunque questa tartaruga è stata contemporanea alle ultime specie di dinosauro prima della misteriosa estinzione di massa (ad eccezione degli uccelli, all’interno del gruppo).
Polysternon isonae era una tartaruga adattata a vivere nelle acque dolci e profonde di laghi e fiumi, aveva un carapace ovoidale lungo circa 50 cm e largo 40: insieme a Polysternon provinciale, Polysternon mechinorum e Polysternon atlanticum costituisce le 4 specie appartenenti alla famiglia estinta delle Bothremydidae, distribuita nel Sud della Francia e nell’area pirenaica della penisola iberica.
I ricercatori, che hanno estratto i reperti da un durissimo strato di arenaria (quando l’animale era in vita lo strato era costituito da sabbia fine), stimano che la nuova specie scoperta sia scomparsa nella celebre estinzione che ha caratterizzato la fine del Cretaceo.
 
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