| Ciro è il nome dato ad uno straordinario fossile italiano ritrovato verso la fine degli anni '70 da Giovanni Todesco a Pietraroja, un piccolo paese in provincia di Benevento. Tuttavia Todesco non era del tutto sicuro che si trattasse di un Dinosauro e solo nel 1993 il paleontologo Giorgio Tetruzzi lo riconobbe come un fossile appartenente ad una nuova specie di Dinosauro. Ben presto il fossile prese il nome confidenziale di "Ciro" ed il suo nome scientifico venne creato solo giovedì 26 marzo del 1998. In quel giorno l'azione combinata dell'esposizione del fossile al museo di Storia Naturale di Milano e di uno studio riguardante il ritrovamento pubblicato sulla rivista "Nature" resero Ciro famoso in tutto il mondo ed allora gli scienziati coniarono il nome "Scipionyx Samniticus". "Scipio" si riferisce al famoso geologico borbonico Scipione Breislak, scopritore del sito fossilifero di Pietraroja; "onyx" significa "artiglio" mentre "Samniticus" fa riferimento al Sannio, nome latino utilizzato per indicare la zona in cui si trovano Benevento e Pietraroja.
Ciro visse circa 113 milioni di anni fa, durante il Cretaceo Inferiore, in una zona lagunare. A quel tempo l'Italia non era altro che una serie di piccoli isolotti dal clima tropicale, circondato dal "Mare della Tetide", oggi scomparso. L'ipotesi più accettata dalla comunità paleontologica è che Ciro, allora ancora cucciolo, venne travolto da un'onda a seguito di un alluvione e, troppo piccolo e debole, morì annegato. Il corpo si adagiò sul fondale (che è risaputo essere un ambiente favorevole alla fossilizzazione) e lo scheletro iniziò un lento processo di pietrificazione, ciò lo ha portato a conservarsi perfettamente fino ad ora.
Come detto prima Ciro era un cucciolo lungo circa 50 centimetri, da grande avrebbe potuto raggiungere il metro di lunghezza e un peso compreso tra i 15 e 20 chili. Gli Scipionyx erano dei piccoli carnivori bipedi e veloci.
Il ritrovamento di Ciro è eccezionale perché è (per ora) l'unico Dinosauro completo ritrovato in Italia e, cosa molto più importante, si sono conservate anche varie parti molli, tra cui l'intestino, il fegato, la trachea, gli occhi, dei lembi di pelle e dei fasci di fibre di muscoli pettorali.
Recenti studi hanno permesso di scoprire in cosa consistette il suo ultimo pasto: dei pesci, una lucertola e un altro rettile squamato. Considerando la tenera età di Ciro è molto probabile che fossero prede catturate dai suoi genitori.
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L'Italia scarseggia moltissimo di resti di Dinosauri, ma la scoperta di un fossile come Ciro sul suolo italiano mi rincuora.
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